Difficile resistere…

Ultimo giorno di lavoro prima del riposo invernale… Io lo definisco il giorno dell’ipocrisia, quando tutti si mettono a fare gli auguri a tutti con grandi sorrisi sulle labbra dopo averne detto peste e corna e… prima di continuare a dirne anche di peggio. Lo spirito del Natale? No! Solo l’opportunismo ideologico e ipocrita di colleghi e colleghe che dopo cinque minuti torneranno a sparlare di chi hanno abbracciato e baciato con tanta apparente sincerità. Giorno dopo giorno si sono accumulati i regali sotto il grande albero di Natale all’ingresso. Un’usanza che non ho mai seguito e non inizierò certo quest’anno! Gli amici sinceri sanno che basta anche un saluto fatto col cuore per far capir loro quanto si vuol bene, non c’è bisogno di regali griffati o sontuosi doni, magari ipocritamente riciclati. Ho sempre evitato di presenziare ad ammucchiate conviviali con inevitabile conseguenza di scambi di auguri collettivi in un «volemose bene» che possa far credere che tutti vadano d’accordo con tutti. Preferisco dire in faccia le cose o, almeno, farlo capire.

Non sono troppo amata, lo so. Anche per questo. A maggior ragione da quando ho deciso di dare un taglio netto al passato, anche nel look. Fra l’altro l’abbigliamento di questi ultimi giorni è stato pesantemente condizionato dalla pioggia più che dal freddo che, finora, non si è fatto troppo sentire. E così ho dovuto fare uso ed abuso di stivali e leggings più che di sandali, stivaletti e calze, ma tant’è… La mattinata scivola via più tranquilla del solito, evidentemente tutti sono già con la testa alle imminenti feste natalizie… Sono sola in ufficio da un paio di giorni. Il mio collega ha pensato bene di andare a divertirsi in montagna con la ragazza di turno, di cui, forse, non ricorderà nemmeno il nome al suo ritorno. Ogni tanto qualcuno passa a salutare. Molti non li conosco nemmeno o solo di vista. Alcuni si limitano ad un timido saluto dalla porta senza entrare, altri si accomodano, spesso di loro iniziativa, a far due chiacchiere. Banali e prevedibili come sempre, ovviamente. I più odiosi sono quelli che per far gli auguri mi si lanciano contro dando per scontato che voglia scambiare baci, abbracci e strette di mano. Qualcuno va oltre e non perde occasione per dare qualche palpatina apparentemente accidentale. Spesso basta uno sguardo assassino per far loro capire che non è il caso. Alcuni se ne fregano e se vanno via soddisfatti a palpare qualche altra collega con la scusa degli auguri. Odiosi.

Lo scoccare delle tredici è quasi liberatorio da questo navigare in una marea di falsità imperante. Raduno le mie cose e vestendomi rapidamente esco dall’ufficio prendendo al volo la borsa. I miei stivali tacco dieci scendono velocemente le scale. Incontro qualche collega che, prima di guardarmi negli occhi, dà una rapida occhiata agli intarsi di pizzo dei leggings che fasciano le mie gambe. I reciproci sorrisi disarmanti gli fanno capire di esser stato «beccato» in flagrante, ma saluta con sportività. Faccio velocemente altri saluti ipocriti e affretto il ritmo dei miei tacchi per uscire all’aria aperta dalle doppie porte a vetro che si chiudono dietro di me. Mi fermo per un attimo a godermi una boccata di aria fresca sul marciapiede lì davanti, quando vengo raggiunta trafelata da una delle ragazze della reception. Mi porge una borsa rossa redarguendomi simpaticamente per non essermi fermata a ritirare i regali. I regali?! Ma quali regali?! penso dentro di me…

Nel frattempo, però, devo aver fatto un’espressione da ebete perché mettendosi a ridere mi spiega che avrei dovuto fermarmi alla reception perché stavano distribuendo i regali che erano stati messi sotto l’albero. Le spiego che da quando lavoro lì non avevo mai ricevuto alcun regalo (né tanto meno ne avevo fatti) in queste occasioni, quindi ho tirato dritto dando per scontato l’assenza di doni che potessero in qualche modo riguardarmi. Mi accorgo solo in quel momento che per portarmi la borsa è uscita senza mettersi niente sopra… e la spingo a rientrare subito… prima che si prenda un qualche malanno e ringraziandola per la cortesia. Lei è una delle ragazze più simpatiche che abbia conosciuto lì dentro, sempre gentile e disponibile anche con chi non se lo merita… e sono in tanti lì dentro! Rimango sorpresa dei regali… non mi aspettavo proprio di riceverli così come non ne avevo mai ricevuti negli anni precedenti… poi inizio a pensare di non aver valutato che la versione di me 2.0 possa aver smosso un po’ di cose… Incamminandomi verso la macchina dò un’occhiata dentro la borsa di tela rossa, aprendone leggermente i manici. Dentro vedo un po’ di pacchettini di varie dimensioni. Ad occhio e croce una decina… Reprimo la mia curiosità e mi impongo di non aprirli finché non sarò a casa… ma… è difficile resistere 🙂

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