Firenze, I Love You!

Le luci di Firenze sono magiche in questo periodo dell’anno e contribuiscono a rendere speciale l’atmosfera di festa e serenità che si respira per le strade e le viuzze del centro storico. E` freddo, cammino a passi svelti sulle mie Louboutin calpestando le storiche pietre che hanno lastricato la storia della città. I passi affrettati per sfuggire dalla routine di cose già viste e persone già conosciute. Stasera non ho una meta precisa, mi piace camminare per la città, incrociare storie e sguardi, cercare di carpire idee, segreti e storie osservando gli altri per rubarne qualche briciolo di quotidianità extra ordinaria. Per assorbirne emozioni, sensazioni, far miei i loro desideri, i loro pensieri, immedesimarmi in vite altrui che casualmente intrecciano la mia. E` stato un pomeriggio intenso, passato a cercare di regalare emozioni ad un’amica, nascondendole fra le righe di un racconto racchiuso in una fredda e-mail, celandole fra una parola e l’altra di frasi uscite di getto ad immaginare una fantasia così dirompente che si cozza spietatamente con la realtà quotidiana e forse per questo la rende ancora più esplosiva e intima. E` stato uno dei pochissimi regali che ho fatto quest’anno, ma forse il più personale. Odio il periodo natalizio in cui tutti si sentono in obbligo di far regali a tutti anche a coloro che fino a un istante prima hanno insultato e umiliato. Va bene… Panta rei. Ma non sempre. Ti restano addosso i graffi della vita, sensazioni acide di persone squallide con cui sei costretta a condividere le giornate, abile ricatto utile solo a potersi permettere qualche piacevolezza quotidiana e la dignità di esistere. Quest’anno ho fatto tre regali, alle uniche tre persone con cui ho condiviso momenti di complicità e sincera amicizia. A lavoro in molti mi hanno fatto qualcosa con la sottintesa intenzione di soddisfare la loro eccitazione. Ho gradito. Tutto. Anche il regalo anonimo di dubbio gusto con il quale una stronzetta qualsiasi mi ha fatto trovare sotto l’albero aziendale un sacchettino con dentro un preservativo alla fragola. Lo userò. Alla faccia sua. Gli occhi di ghiaccio di un bel moro abbarbicato alla propria ragazza mi riportano alla realtà di una bellissima serata invernale in cui il freddo ti taglia la faccia e i pensieri. Mi rigenero a camminare per le strade, a guardare le botteghe, a sentire le imprecazioni, le colorite locuzioni e, perché no, le bestemmie che da queste parti sono un normale intercalare spesso, ma non sempre ovviamente, senza alcuna intenzione blasfema per quanto possa risultare difficile a comprendersi alle orecchie non locali. Ma quello che più mi piace è lo spirito fiorentino, quello insito e innato per chi ha la fortuna di esser di queste parti. Quello che ha permesso mille volte di risollevarsi, quello che ha consentito di usare sempre e comunque l’ironia anche in situazioni drammatiche del passato. Sì. Amo Firenze. Lo confesso. Ho un legame imprescindibile con «lei». Potrei anche andare a vivere in un’altra città ma sono certissima che sentirei il bisogno di tornare qua periodicamente a rigenerare la mia anima sulle rive dell’Arno, sui vicoli, sul colorato vociare dei turisti, sul chiassoso puzzle di colori che la rendono unica ai miei occhi. Firenze I Love You.

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