Il colore dell’anima

I miei occhi guardano passare colorati paesaggi anonimi dal finestrino del Freccia Rossa che mi riporta ad una presunta normalità a cui non credevo di tornare. Anzi. Non credevo nemmeno di tornare. A prescindere dal dove. È quasi passato un anno. Dicono che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Non so cosa ci sia nei miei. Non so che anima abbia adesso: Nera? Forse, sporca di tanto affanno e di tante traversie che questa vita bastarda ha deciso di farmi vivere. Rossa? Probabile, ma forse non rossa come un anno fa… la passione cerca di tornare, pian piano, sgomitando con i fantasmi della notte che mi hanno accompagnato negli ultimi mesi e che acuiscono ricordi acidi e intrisi di indicibili esperienze che non si superano, ma con cui si deve convivere.

Negli occhi gli sguardi di decine di compagne di viaggio che avevano solo lo sguardo per aggrapparsi a un pezzo di questa vita bastarda. Ho parlato a lungo, con tutte, solo con gli sguardi. Sguardi velati di rabbia, di malinconia, di nostalgia, di tristezza, di dolore, di dramma, di vita, di crudele atrocità di una realtà che non ha perdonato. Sguardi che hanno trovato la loro serenità solo quando si sono chiusi. Ma non in me. Le ho tutte dentro di me. Le porterò con me, col peso di non esser stata d’aiuto a nessuna di loro se non nel tener lo sguardo nei loro, quasi come fosse una mano nella mano, nel momento in cui hanno dovuto cedere e lasciarsi andare. Avrei voluto far qualcosa, avrei voluto scambiare la mia vita con la loro, forse, piena di ricordi più sereni e sicuramente di affetti, di amori, di sentimenti, di passioni.

Il vetro del Freccia Rossa si appanna improvvisamente dietro gli occhi gonfi di lacrime che finalmente riescono a trovare uno sfogo rigandomi il volto e bagnandomi l’anima. Le lascio scorrere copiose, incurante di chi mi possa osservare. Mi sono chiesta mille volte perché io no e loro sì. Chi mi sa dare una risposta? Non posso lasciar prevalere la razionalità di un’aleatoria casualità. Non posso non pensare a tutte loro e a chi è sempre stato con me.

Poi una voce mi riporta alla realtà e a sguardo basso tiro fuori il carnet di viaggio per mostrarlo a occhi bassi a chi lo dovrà verificare. Erano anni che non avevo la forza di guardare negli occhi qualcuno, ma oggi preferisco rimanere col groppo in gola, in silenzio a cercar di nuovo me stessa. Quante volte mi sono cercata nella vita. E quante volte ho dovuto lottare, ripartire, resettare tutto e tutti… Ho pensato di mollare, di lasciarmi andare anch’io… poi la casualità di un messaggio di un’Amica arrivato proprio nel momento più nero, mi ha riportata a stringere i denti, ad abbracciare virtualmente chi me l’ha mandato e a cui non l’ho mai detto fino a poco tempo fa. Grazie. Soggetto sottinteso. Quando mi leggerà saprà di esser lei quella a cui devo molto.

E adesso siamo qui… a riprender il filo lasciato un anno fa. Ho pensato mille volte come sarebbe stato questo giorno… e adesso lo sto vivendo. Con un malcelato timore e, in fondo, uno strano malessere.
Ma stringo i denti. Di nuovo. E vado avanti. Ritornando al futuro.

Con il pensiero alle mie compagne di viaggio che non ce l’hanno fatta e col cuore a chi mi sostiene da sempre.
Stringo i denti. Ce la farò. Lo devo a me stessa. Lo devo a chi mi ha scritto quel messaggio. Lo devo a tutti quegli occhi che ho promesso di ricordare.

E vado verso il mio ritorno al futuro.

1 commento su “Il colore dell’anima

  1. Ci sono persone che ci sono state ieri.. quelle che oggi ci sono.. Quelle che ci saranno in futuro, facendo un pezzetto di viaggio insieme..
    E poi ci sono coloro che ci sono sempre stati, anche se viaggiando su una linea parallela, come un binario..
    Tuttavia ogni tanto capita che due treni si fermino entrambi in una stessa stazione… E lì ci sono gli sguardi che si incrociano tra i finestrini…
    A.

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