L’odore del mio desiderio…

Vedo sparire lo smalto scuro dentro di me. Scivolarmi dentro, spinto da dita che bramano un piacere improvviso e devastante. Le gambe sono divaricate da tempo sotto la scrivania. Sono bastate alcune parole per far partire l’immaginazione e la sensazione di vivere una fantasia parallela a distanza. C’è di nuovo dentro di me una sovrapposizione di persona, di ruoli, di situazioni. La me che è qui seduta a toccarsi, approfittando dell’imprevista solitudine della stanza, forse è altrove, si sovrappone alle fantasie di altri che desiderano con occhi nuovi persone finora ignorate. Il perizoma bianco velato era già bagnato di prima mattina, appena messo. Ho capito subito che sarebbe stata una mattinata impegnativa. Una di quelle in cui sarei stata in balia delle mie perversioni più nascoste. È bastato un niente, una fantasia condivisa, l’idea di essere e di non essere, di stare dove non sarò, di sovrappormi ad altre. Ed è stato un violento fiume in piena di sensazioni, desideri, contenuti a stento e liberati alla prima occasione.

Sono molto su di giri in questi giorni e mi lascio trasportare dai miei istinti più animaleschi e reconditi. Come ora. Con le gambe oscenamente divaricate, la gonna finita su a scoprire tutto di me. Scivolo sulla sedia reclinando la testa indietro. La spallina del top scivola giù e i movimenti del braccio, sempre più forti, sempre più violenti fanno scoprire il capezzolo turgido e voglioso del mio seno. Mi sto dando piacere, in un momento di follia e di solitudine. Non so per quanto. Non so se possa entrare qualcuno. Il telefono squilla, non posso rispondere, ho troppa voglia. Stacco le mie mani su di me soltanto per rispondere a qualche messaggio, insaporendo anche la mia tastiera con i miei umori pieni di voglia. Torno a toccarmi. Violentemente. Il mio corpo freme sulla sedia, sussulta. Ritardo l’inevitabile piacere alternando pause e ritmi che non fanno che aumentare i miei istinti più triviali. Sento dei passi nel corridoio ma non riesco a fermarmi. Spero che non entri nessuno perché non riuscirei a staccare le mani da me stessa. O forse mi eccita anche pensare che possano entrare e trovarmi così, scandalosamente lasciva e pronta a tutto. Non troppo tempo fa non avrei mai immaginato di arrivare a fare questo. Non mi era capitato se non di nascosto e fugacemente in bagno. Adesso ho già ripetuto l’esperienza che mi ha portata ad eccitarmi all’inverosimile.

Ho bagnato la sedia, anche oggi. Il perizoma ormai letteralmente inzuppato è relegato da una parte a lasciare libero spazio alle mie dita impazzite che entrano ed escono dalle mie voglie più nascoste. Ho il cuore a mille. Scrivo ancora sulla tastiera, lasciando una scia umida e odorosa di me sui tasti. Ancora fantasie, condivise e immaginate, sovrapposizioni di facce, di situazioni, di posizioni di altre che faccio mie. L’eccitazione reciproca e solo immaginata. Vengo, gemendo a voce alta. Come non mi era successo finora, per lo meno in ufficio. Mi lascio andare spossata sulla sedia. Le gambe ancora divaricate quasi in posizioni innaturali. Sulla sedia una chiazza di piacere che si sta allargando. Sento l’odore della mia voglia su di me, sulle mie cosce, sulle mie mani, sulla mia scrivania, sulla tastiera, sul mouse. Sono un animale che ha marcato il territorio o forse ha marcato la libertà di scelte profonde e condivise con chi riesce a comprendermi fino in fondo. Mi alzo in piedi con le cosce ancora grondanti di piacere. Porto le mie dita fra le mie labbra assaggiando la voglia di me. Sono un animale oggi. E decido di restare tale. Non mi laverò. Voglio che le mie mani raccontino i miei istinti, le mie cosce lucide di passione raccontino la voglia di vivere emozioni devastanti. Ho ancora voglia. Non mi è bastato. Forse ne ho ancora più di prima. Non ce la faccio. Ho voglia di portare le mie mani di nuovo a darmi piacere, ma la razionalità ha il sopravvento. Adesso sta davvero arrivando qualcuno. Cammino per la stanza, il perizoma ancora fuori posto fa salire ancora di più la mia eccitazione. Ho le mani grondanti di me. Resto così. Chi mi incontrerà sentirà l’odore del mio desiderio.

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