Le unghie smaltate di rosso adornano le dita che girano il bastoncino che fa chiudere una dopo l’altra le tendine quasi ad oscurare l’anonimo box che mi è stato assegnato e che non sentirò mai mio, lo so già. Cammino lentamente verso la porta, socchiudendola e lasciando aperto uno spiraglio di voci che entrano prepotentemente dagli altri box e dai corridoi. Torno a sedermi sulla comoda poltrona, un’ultima occhiata intorno e poi le mie dita si insinuano sotto la gonna e, insinuandosi negli elastici del perizoma, iniziano a sfilarlo, facendolo scorrere rapidamente lungo le gambe. Lo lascio cadere lì a terra, accanto ai miei tacchi 10, intrise della mia voglia. Allargo leggermente le gambe mentre le dita risalgono veloci a tuffarsi nella mia intimità a darmi piacere mentre dagli altri box arrivano le concitate voci di colleghe e colleghi ignari. Continuo eccitatissima a toccarmi mentre dallo spiraglio della porta lasciata socchiusa vedo passare dal corridoio anonime figure che non fanno che aumentare la mia libido. Cerco di trattenere il piacere il più possibile per allungare all’infinito quegli attimi di tensione e di pura sensualità, ma tanta è la tensione e la voglia che in pochissimo tempo raggiungo il culmine, improvviso, violento. Accavallo le gambe stringendo la mia mano che continua a cercare di darmi piacere mentre mi contorco sulla sedia. Il volto stravolto dall’eccitazione mentre cerco di trattenere i gemiti con molta fatica. Resto ferma, anche la mia mano si è arresa restando comunque imprigionata tra le gambe. Improvvisamente la porta si apre ed entra una collega a lasciarmi dei documenti. Cerco di non muovermi troppo, lasciando la mano imprigionata sotto la scrivania tra le mie gambe mentre con l’altra li prendo ringraziandola con il solo cenno della testa. Esce subito dopo. Non so se si sia accorta di qualcosa o del perizoma ancora a terra ai miei piedi. Anche se è uscita molto velocemente… Mi eccita pensare di sì. Allento la presa delle gambe liberando la mano e porto le mie dita bagnate di me a sfiorarmi le labbra. Mi assaporo, prima di scendere nella scollatura della camicetta a inumidirmi i capezzoli che trovo già turgidi di voglia. Resto così… profondamente eccitata… Raccolgo il perizoma da terra e lo metto nella borsetta. Resterò senza per il resto della giornata.