Son entrata in casa di corsa, scaraventando il trolley dove andava… sono corsa in camera, davanti allo specchio. Mi ha eccitato lo sguardo che avevo… ero un animale. Mi sono appoggiata con le mani ai lati dello specchio, ansimavo quasi… sono stata bagnata più di tre ore, da quando mi sono vista allo specchio prima di partire e per tutto il tempo del viaggio. Mi piace pensare di aver lasciato tracce di me sul taxi, sul treno, sul tram. E mi piace pensare che chi si metterà al mio posto sentirà il mio odore e, forse, si bagnerà di me… seppur inconsapevolmente. Mi guardo nello specchio, non so se sia mio quello sguardo. Non credevo di averlo, forse sarà quello della musa che mi ha ispirata. Sono sicura che sia il suo. Ma non resisto… inizio a sbottonarmi la camicetta, non del tutto, fino a scoprirmi il reggiseno che resta stretto tra le bretelle che sposto leggermente di lato per liberarlo. Lo sgancio, davanti. Esplode. Liberandomi i seni. I capezzoli turgidi di piacere e di desiderio… arrivano quasi a farmi male per quanto sono eccitata… Waterfall… poche volte mi sono sentita così bagnata. Ansimo ancora di più… Poi le mie mani scendono sui miei seni e al solo sfiorarli, entro in un vortice di folle perversione… Credo di aver urlato dal piacere nello sfiorarmi appena con la punta delle dita… La voglia è talmente tanta che non trovo nemmeno il tempo di spogliarmi… dandomi piacere attraverso i pantaloni fradici della mia voglia. Resisto pochi secondi come non mi succedeva da chissà quanto… Grido. Animalesco. E mi contorco lasciandomi andare sul letto… stringendo le gambe e piangendo di piacere… Una scarpa cade a terra mentre le gambe si strofinano per fermare e allo stesso tempo spingere la mano… le dita che non si fermano. Mordo il cuscino e mi lascio andare.
Credevo di aver raggiunto l’apice ieri, con quello sguardo forse non mio riflesso nello specchio in cui guardavo una me che non vedevo da tempo o forse una che non avevo ancora visto. Ma la mia musa lo sa. Lo sa che si può sempre andare oltre. E quella ispirazione mi è entrata dentro e mi ha fatto vivere uno stato di costante eccitazione a cui nemmeno una doccia è riuscita a lenirne l’effetto. Mi sono asciugata, ma solo dall’acqua perché ero un fiume in piena… sono corsa in camera, nuda ad aprire armadio e cassetti e quando ho visto la camicetta che cercavo mi è schizzato il cuore in gola… l’ho indossata subito. I capezzoli erano già turgidi e protesi, quasi più di prima e il semplice contatto con il ruvido tessuto mi provocava sensazioni forti e mi sentivo quasi vibrare… Sono riuscita ad abbottonarmi la camicetta, l’ho fatto lentamente per godermi quei piccoli strofinamenti provocati dal tessuto sulle parti più sensibili di me… Mi stringeva al punto giusto da sentirmi sollecitata ad ogni movimento… Ho rovistato per trovare la gonna ed è stato un altro piacevole tormento muovermi mentre i capezzoli sfregavano sul tessuto… alla fine l’ho trovata e l’ho fatta scivolare lungo le mie gambe… senza niente sotto… Mi sono guardata allo specchio, aggiustandomela… molto corta… plissettata. Mi sono appoggiata mettendo una mano accanto allo specchio. Con l’altra ho alzato la gonna, scoprendo il pube… ero tentata di far scivolare le mie dita per darmi piacere… ma lo sguardo di quella me che mi guardava dentro lo specchio mi ha fatto capire che dovrò vivere le emozioni con quell’eccitazione addosso… Seduta sul letto per allacciarmi i sandali sono certa di averlo bagnato di me… Mentre mi tiravo i capelli all’indietro mi son goduta in ogni istante il dolce sfregamento sui capezzoli… quasi indolenziti dal piacere… Mi sono truccata alla meglio… per quanto potevo… Light smokey… Un’ultima aggiustatina all’outfit, forse più per compiacermi e non mi sono messa altro… il caldo del mezzogiorno ha aiutato a non coprirmi ulteriormente…
Solo la borsa e via… mi son chiusa la porta alle spalle, portandomi dietro un’eccitazione che da due giorni mi fa vivere momenti di intensità che da tempo non provavo. Ho scelto di fare le scale… con il dolce tormento dei capezzoli che ad ogni scalino sfregavano quel tanto che basta dal farmi vibrare il corpo… e mi eccitava anche l’idea che… chissà… qualcuno da sotto potesse alzare lo sguardo e vedermi senza niente sotto… Non sono riuscita ad arrivare in fondo di scale direttamente… mi sono fermata in un pianerottolo a riprendere fiato… Poi ho proseguito… Non ho incontrato nessuno e non so se questa cosa mi abbia fatto piacere o meno ma tant’è… Il rumore della serratura del portone mi ha scaraventato nel rumore della città. Della mia città. Camminavo per strada immaginando negli sguardi di chi incontravo la fantasia di cosa avrebbero potuto fare o potuto vedere… e il sapere di non aver intimo mi ha eccitata… come nelle altre volte in cui l’ho fatto, ma stavolta aveva un qualcosa di particolare… Sono entrata nel supermercato… Ho scelto una corsia… una in cui non ci fosse troppa gente e mi sono accosciata per prendere una cosa in basso… poi mi son tirata su, ma restando piegata in avanti facendo finta di cercare qualcosa che non mi serviva. Mi eccitava immaginare cosa potesse vedere chi mi stava dietro… sicuramente la gonna era salita al punto da mostrare la mia intimità… magari pronta da essere usata… lì… e questo pensiero mi ha fatto sobbalzare quasi… Mi sono tirata su… fingendo una normalità che non c’era minimamente… Mi sono alzata sulla punta dei piedi per cercare qualcosa in alto… e lo strofinio del tessuto mi ha fatto quasi gemere… Mi sento colare… Waterfall again, con un’abbondanza come non mi succedeva da tempo tanto che mi è venuto istintivo di sfiorarmi con le dita. Stavo morendo… e nel sentirle fradicie mi son dovuta appoggiare allo scaffale per dissimulare una finta normalità… Sono andata oltre… passeggiando lentamente e immaginando gli sguardi di chi c’era intorno… sentivo il loro desiderio su di me e mi piace pensare che sapessero cosa non avessi sotto… Ho ripetuto i gesti in un’altra corsia, stavolta piena di gente… prima accosciata… e ho provato a star giù più a lungo, muovendo un po’ le gambe per quanto mi era possibile in quella posizione in modo da espormi agli sguardi indiscreti di chi potesse vedermi. Mi sono eccitata da morire tirarmi su, come prima… Lì sono certa di esser stata vista… c’era troppa gente… e mi piace pensare cosa possano aver detto o pensato di me e, immaginare le loro fantasie più turpi… Sto colando… fermandomi in un’altra corsia incrocio le gambe… per qualche istante… con la netta sensazione di essere irrorata dalla mia voglia… Stavolta non mi accoscio, ma mi piego lentamente in avanti… prima mi fermo a uno scaffale e poi mi abbasso a quello più in basso… Poi ho cercato di ricompormi… Ho camminato in mezzo alla gente in mezzo a sguardi indiscreti di chi mi avrebbe spogliata… non sapendo che ero lì nuda… Sono uscita… più eccitata di quanto non lo fossi entrando… anche se non credevo fosse possibile… Mi son dovuta soffermare un paio di volte nel breve tragitto a piedi per riprender fiato… I capezzoli sono diventati ipersensibili e mi fanno quasi male per il loro turgore e il loro desiderio di piacere… Entro nel portone… non ce la faccio… Mi chiudo la porta dietro le spalle… Lascio cadere a terra borsetta e le poche cose comprate… Mi giro appoggiandomi al portone di ingresso… mi piego in avanti come ho fatto al supermercato e mi do piacere… lì… come un animale in calore… arrivo quasi subito al culmine del piacere… gemo così forte che sento rimbombare la mia voce… Stringo le gambe per trattenere quegli attimi di piacere e cado in ginocchio lì… nell’androne di casa… dove potrebbe vedermi chiunque uscisse in quel momento… Riprendo fiato, prima di raccogliere quel che resta di me e salire le scale per rientrare a casa.