Quanto basta per attirare l’attenzione

Le mie unghie smaltate di rosso cercano di tenere il bicchierino di plastica limitando i danni… Oltre ad avere un sapore orribile, il caffè propinato ha anche una temperatura inaccettabile… Sostengo da tempo che una volta o l’altra il bicchierino di plastica si fonderà diventando un tutt’uno con il liquido colorato al vago sapore di caffè… Lo trasporto con delicatezza fino ad uno dei tavolinetti, l’appoggio velocemente per salvarmi le dita… Un’occhiata al cellulare e mi siedo. Sono sola ora, il collega di prima è dovuto rientrare subito giù in ufficio. Mi godo un po’ di pace… Specchiandomi in una vetrina mi aggiusto i capelli e soddisfatta mi giro a versare quanto basta di zucchero per renderlo più bevibile, girandolo con la triste palettina di plastica… percependone ancora il calore … giro ancora, poi porto la palettina alla mia bocca e accogliendola fra le mie labbra ne assaporo quel poco di gusto che vi può rimanere sopra. Getto nel cestino la palettina sporca del mio rossetto e mi accingo a bere… quando la pace si interrompe… arrivano due colleghi… chiassosi come sempre. Li osservo, sorseggiando lentamente il caffè… Sono tutti uguali, originalità sotto i piedi, eleganti ma nessuno sopra le righe… Continuano a parlare di calcio e si mettono al tavolo lì vicino, mi sorridono, cerco di seguirli con la coda dell’occhio. Vedo che uno dei due fa un cenno come per indicare all’altro di osservare qualcosa… faccio finta di niente… Accavallo le gambe, lasciandole ben in vista… muovo lentamente il piede, andando a battere con il tacco sull’asta metallica centrale che lo sorregge… Il tintinnio del tacco accompagna la fine del caffè… passo la lingua sulle mia labbra per pulirmi dalle ultime gocce… Mi giro verso di loro… sorrido e faccio per alzarmi… Uno dei due si fa intraprendente… «Se posso permettermi… complimenti per la sensualità» rimanendo forse un po’ interdetto dalla mia risposta decisa «Certo che puoi permetterti…», avrei voluto anche aggiungere qualche epiteto non proprio lusinghiero nei suoi confronti, ma lo tengo per me… cercando poi di addolcire i miei pensieri con un diplomatico «Ricevere i complimenti fa sempre piacere». L’altro invece è più pragmatico e si concentra sugli… accessori… «Caspita… che tacco… quanto è alto?» chiede con scientifica curiosità… «Quanto basta per attirare l’attenzione» gli dico ridendo… poi mi avvicino al loro tavolo, prendo un tovagliolino di carta dal dispenser, mi pulisco le labbra… e lo lascio nel loro posacenere… Li vedo un po’ imbarazzati forse non si aspettavano qualche gesto deciso… «Alla prossima…» mi dice uno di loro… Mi giro e mi incammino verso l’ascensore… i tacchi sul pavimento scandiscono il tempo, non mi giro, ma percepisco comunque i loro sguardi su di me…

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