Sarà troppo tardi

Sono nuda davanti allo specchio, riflessa nella mia inutile vanità. Stasera metterò tutto da parte. Il buon senso prima di tutto e ogni forma di convenzione sociale e di buone maniere. Sono tornata letteralmente fradicia dei miei desideri. Di fantasie più grandi di me da cui sarò fagocitata con la complicità del turpe buio della notte. Le scarpe chiuse tacco dieci indossate tutto il giorno le ho abbandonate all’ingresso, arrivando in bagno camminando sul velo dei miei collant con tante stelle ricamate fino all’inguine e che ora sono a terra. Anche loro inzuppati delle mie fantasie. La mini gettata nel cesto dei panni assieme alla camicetta. Le mutandine intrise della mia essenza più intima. Gli occhi spariranno dentro le macchie nere di un trucco pesante mai osato finora, in contrato con il rosso fulminante delle labbra brillanti di lucidalabbra. Sì. Mi sono rifatta dal fondo. Proprio dai gesti che di solito compio dopo essermi vestita. Ma stasera ho voluto vedere subito il volto della me più sconosciuta, l’animale feroce che vive nella mia anima. Il volto che andrà a caccia di sconosciuti, come una puttana da quattro soldi, ma solo per pura passione. Mi eccita l’idea. Da morire. Mettermi alla mercé di sconosciuti. Ho deciso di non lavarmi, di far sentire a tutti l’odore della mia voglia che ha imperversato per tutto il pomeriggio. Torno dalla camera con in mano la mini più corta che ho. La indosso subito, prima dell’intimo che andrò a scegliere dopo. È molto corta e lascerà ben evidente la balza delle autoreggenti nuovissime che andranno a sottolineare la mia sensualità. Torno in camera restando a seno nudo. Niente reggiseno stasera. La camicetta che scelgo sarà tenuta aperta al punto giusto per far capire la mia voglia. Mi chiudo un bottone dopo l’altro, lasciando un ampia visione dei miei seni. Adesso il perizoma… la scelta è difficile… ma… decido di non scegliere… Non metterò niente sotto. Voglio eccitarmi così. E lo sono già. Le Louboutin ai miei piedi sono il colpo di grazia per la mia stabilità emotiva. Sono talmente eccitata che quasi mi sento contorcere dal desiderio. Esco di casa, cercando di non incrociare nessuno. Ho il cuore a mille e cerco di volare le scale sbattendo dietro di me il portone di casa. Affretto il passo per arrivare alla macchina parcheggiata poco lontano. Credo non mi abbia vista nessuno in queste condizioni. Giro per la città con un’eccitazione ed una tensione che non hanno pari. L’attraverso e mi dirigo verso una zona periferica. Non c’è nessuno. Esco di macchina rimanendo quasi immobilizzata dal freddo pungente sulle mie gambe e sulla mia intimità nuda, coperta a malapena dalla gonna che sale ad ogni mio passo. Mi avvicino ad una strada poco frequentata e m incammino verso un locale poco conosciuto, passeggiando lentamente come una troia di strada… ancheggiando e cercando di sottolineare la mia sensualità. Passano delle auto. Ho il cuore a mille. Ancora più di prima e non lo credevo possibile. Uno mi suona con il clacson, altri mi gridano qualcosa di becero. Li ignoro restando avvolta dalla mia eccitazione, in preda ad un uragano di irresponsabilità crescente. Poi una macchina si ferma poco dopo avermi superata. Entro nel locale, seguita dopo pochi istanti dal tizio di prima. Mi si avvicina pronunciando parole tremanti di eccitazione e timidezza. E che mi fanno eccitare ancora di più. Mi ritrovo dopo pochi minuti inginocchiata in un lurido bagno a dar piacere ad un perfetto sconosciuto. Mi tiene la testa cercando di darmi un ritmo a cui non riesco ad arrivare visto che in pochi istanti mi riempirà della sua eccitazione, prima che finisca a terra mischiata alla mia saliva. Si richiude la cerniera come se niente fosse, come se avesse espletato un suo bisogno corporale. Mi guarda con sufficienza. Resto lì a pulirmi le labbra con un fazzolettino vedendolo allontanarsi verso la sua ipocrita vita quotidiana. Ritorno a sedermi. I soliti commenti, i soliti schiamazzi. Poi entra un tizio elegante. Mi guarda l’anima. Si avvicina e mi invita in auto. Non faccio in tempo a salire che si apre la cerniera. Cerca un abbraccio che non trova. Mi allontano contro lo sportello facendogli vedere che non ho intimo e che sto grondando di piacere… Inizio a toccarmi lì davanti a lui… il respiro si fa affannoso. Poi mi fermo… lo guardo dritto negli occhi e mi piego su di lui. Il rossetto scorre lento… con un ritmo sinuoso e incessante… Mi fermo… per usare al meglio la lingua… lo sguardo dritto su di lui… Le sue mani intanto mi frugano ovunque trovando una palese voglia. Torno ancora a dargli piacere… La sua mano ora mi spinge la testa… dandomi un ritmo che si fa più serrato. Poi mi fermo… uso le mani. Entrambe. E faccio appena in tempo a riavvicinare la bocca che me la ritrovo riempita di lui. Aspetto che i suoi gemiti finiscano al pari degli spasmi del suo corpo… Torno a sedermi, mi aggiusto i capelli e lo guardo dritto negli occhi… Apro le mie labbra facendo vedere ciò con cui la mia lingua si sta divertendo, prima di vederlo sparire dentro di me. Si ricompone. Lo guardo in silenzio. Mi scarica frettolosamente lasciandomi in mezzo la strada, dove iniziano a girare auto che non mi piacciono. Cammino lentamente verso la mia auto. Entro infreddolita ed eccitata. Le mie dita mi fanno venire in pochi istanti… Torno a casa. Rientrando nella mia ipocrita normalità. Guardo allo specchio la troia che non mi appartiene. Mi sta guardando. E mi eccita terribilmente. La doccia porterà via tutti i sensi di colpa. Che non ho. Ma so che verranno, quando tornerò con i piedi per terra. Ma sarà troppo tardi.

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