Un’ultima occhiata nello specchio dell’ascensore, le porte si aprono dietro di me, i miei passi sono scanditi dal rumore dei tacchi sul lucido pavimento. È tutto un susseguirsi di sguardi, ammiccamenti. Incrocio molti dei colleghi che fino all’altro giorno non mi guardavano nemmeno. Alcuni mi salutano, dalla bocca dei più audaci dopo le prime ovvietà esce qualche complimento, la maggior parte si impappina e si limita ad osservarmi. Sorriso di circostanza e via. Passo davanti a due colleghe che interrompono la loro chiacchierata, si fermano sorprese dal vedermi così… «Ma… sei tu?» è il commento più intelligente che esce da una delle due… Sì… sono io… orgogliosa della mia scelta. «Sì… ho cambiato look. Sto bene?» la risposta affermativa delle altre vipere in ufficio è palesemente intrisa di sorpresa, invidia e sufficienza. Ma non me ne frega niente… adesso gioco io.