Buon anno?

Seduta sul divano accavallo le gambe avvolte in collant rossi, di pizzo. Sfioro i polpastrelli sul nylon colorato della mia coscia mentre con l’altra avvicino il flute del prosecco alle mie labbra rosso fuoco, bagnandomele leggermente e gustandone il sapore con la punta della lingua. D’intorno, discorsi e risate da cui vorrei estraniarmi, tutti intrisi di una falsa felicità che serve da inutile foglia di fico a esistenze davvero misere. Schiudo le labbra per accogliere nella mia bocca un piccolo sorso di bollicine. Ai piedi tacco dieci rosse che metto a terra per muovermi nella stanza piena di falsi estranei che si chiamano amici tra loro. Appoggio il bicchiere con tracce rosse di me, in disparte, sul primo tavolo che mi arriva a portata di mano. La musica si alza oltre il limite della sopportazione umana mentre fuori, in pochi istanti vengono fatti esplodere un bel po’ di soldi sotto forma di botti per un effimero senso di pseudo-gioia che non ho mai compreso. Cammino nella stanza come se fossi in una strada piena di ipocriti sconosciuti che si sorridono l’un l’altro. Mi appoggio a un mobile malmesso che mi dà la stessa sensazione di stabilità del mio umore in mezzo a una compagnia indesiderata. Sollevo leggermente una gamba e mi piego leggermente per sistemarmi il laccetto alla caviglia che si era attorcigliato alla mia insofferenza. Incrocio lo sguardo di un paio di ragazzini che arrossiscono per averlo appena sollevato dalle mie gambe, vedendosi innocentemente scoperti. Mi strappano un sorriso improprio. Sbuffo un po’ muovendomi stancamente tra deferenti saluti di zelanti volti anonimi che non meriteranno di esser ricordati. Cammino lentamente, sistemandomi un lembo del miniabito nero che non vuol stare al suo posto, un po’ come la mia anima… Una coppia si sta baciando appassionatamente in un angolo della stanza, lei contro il muro che si sta abbeverando dello sguardo del partner mentre le loro mani viaggiano ovunque nella penombra di luci che li illuminano a tratti. Mi soffermo ad osservarli, felice per la loro intima passione. Arrivo davanti ad uno specchio in cui rifletto la mia insofferenza mentre decido di ignorare il miniabito. Ricambiata. Addento una tartina che soddisfa momentaneamente almeno un senso, mentre gli altri quattro vorrebbero fuggire in direzioni divergenti l’un l’altro. Entro in bagno e mi siedo dopo essermi fatta scivolare lentamente collant e perizoma lungo le gambe. Mi guardo le unghie, rosse, mentre cerco sul cellulare una qualsiasi notifica che mi faccia passare qualche secondo di distrazione. Inutilmente. Mi asciugo e mi ricompongo. Il getto prorompente di acqua fredda mi schizza il vestito nonostante mi venga istintivo di scattare all’indietro. Cerco di averla vinta sul rubinetto gretto e rude che alla fine dovrà chinarsi alla mia testardaggine. Uno sguardo allo specchio per sistemarmi i capelli e ritoccarmi il rossetto, prima di uscire dalla bolla di intima serenità aprendo la porta verso un’idea di divertimento che mi è lontana. Buon anno a tutti.

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