Mi sono alzata già con una voglia pazzesca che ho cercato di contenere per tutto il giorno, ma non ho fatto altro che aumentare il desiderio di piacere, la voglia di trasgressione. Ho resistito, almeno finora. Socchiudo gli occhi reclinando la testa, la mia mano quasi istintivamente sfiora un capezzolo da sopra il sottile tessuto della camicetta. Un gemito riesce con forza a superare le labbra che non riescono a contenerlo. La mia mano scende… lentamente… prima di sparire insieme all’altra sotto la gonna da cui trascinano via lungo le gambe il perizoma intriso di voglia. Le divarico quel tanto che basta dal sentirmi libera di arrivare al mio piacere… le muovo… nervosamente… Gli occhi sempre socchiusi e le orecchie protese a sentire qualsiasi minimo rumore nei paraggi… Mi isolo… quasi che il mondo circostante non esista… Le dita, impietose, mi torturano scorrendo lentamente sulla mia voglia disumana… il respiro affannato cerca di inseguire il ritmo del mio corpo che si muove ad ogni impercettibile movimento delle dita, bagnati del mio desiderio più intimo. Non resisto molto… e il piacere arriva improvviso e violento, facendomi contorcere e strozzando in gola qualsiasi gemito costretto a restare represso dentro di me. Le mie gambe si stringono forte mentre mi contorco quasi tremando… In quel preciso istante si apre la porta del vagone, torno improvvisamente alla realtà guardandomi intorno. Nessuno nei sedili vicini, sollevo la testa per scrutare oltre… solo un’altra coppia in lontananza ognuno chiuso nell’isolamento delle proprie cuffiette. Con le dita ancora intrise di me porgo il mio smartphone al controllore per mostrare un anonimo QR che non dirà niente di me, ma mi piace pensare che possa aver sentito l’odore della mia voglia.