Messaggio in bottiglia!

No. Oggi non ne ho voglia. Niente mensa. Voglio approfittarne per fare due passi, magari fino al bar qua vicino. Passare il badge per uscire ed essere trafitta da una lama di sole che, improvvisa, mi colpisce gli occhi, è un tutt’uno… Ma me lo voglio godere… dopo tutta la pioggia di questo inverno! Fa caldo, camminando, tolgo la giacchina e la porto in spalla, tenuta con un dito con un modo che una mia amica definisce molto maschile… ma mi è sempre piaciuto portare così ciò che ho in mano. Cammino decisa con le mie adorate tacco 12 ai piedi. Fin dal primo momento che le ho messe ai piedi le ho sentite mie. Mi accompagna il ritmo del tacco che batte sull’improbabile suolo rosa dei mattoncini del marciapiede. Incrocio le solite facce, quasi tutte con un sorriso idiota stampato sulle labbra di una bocca da cui non usciranno mai parole sensate. I pensieri sono palesi, quasi come avessero i fumetti. Nella strada le auto sfrecciano non tanto per raggiungere obbiettivi o persone, quanto per sfuggire dalla disarmante quotidianità che le insegue. Qualche auto rallenta, i rispettivi conducenti mi guardano, curiosi, vogliosi, basta che vedano una gonna un po’ più corta o un tacco un po’ più alto e le loro solite voglie si riaffacciano prepotenti. Comunque mi piace che mi osservino in questo modo… Molto. Mi piace pensare alle loro fantasie su di me… mi intriga molto la cosa. Un finestrino si abbassa… lo ignoro ma mi sento chiamare per nome… Incuriosita mi abbasso a guardare… pur senza fermare il mio passo, quasi a non voler interrompere il ritmo dettato dai miei tacchi. È il collega che ho incontrato nella pausa caffè… «Posso darti un passaggio?» Originale, non c’è che dire… Come sempre del resto… Faccio la diplomatica… «No, guarda, faccio due passi per arrivare al bar a prendere un caffè…». Si autoinvita… Fortunatamente il tavolo a cui siamo seduti è fuori e mi offre spunti interessanti da osservare anziché stare a sentire le sue parole. Ogni tanto incrocio i suoi occhi, bassi, rivolti alle mie gambe… Decido di farlo divertire un po’ accavallandole nervosamente da una parte e dall’altra… Lui parla continuamente… non lo sto nemmeno a sentire, annuendo di tanto in tanto con la testa. Arrivano i caffè, li porta un ragazzo poco più che ventenne, sufficientemente impacciato da capire che lavora lì da poco. Sinceramente non male… Lo ringrazio per avermi porto la tazzina bollente, lo guardo… anche i suoi occhi finiscono sulle mie gambe… Gli sorrido quando incrocia il mio sguardo e arrossisce rendendosi conto che è stato scoperto ad osservarmi… Ma voglio premiare la sua timidezza, facendo finta di aggiustarmi l’abitino e scoprendo ancora un po’ di più le gambe… Se ne accorge anche il mio collega che fa finta di prendere qualcosa dalla borsa per ammirarmi meglio… Ma di lui me ne frego… Il ragazzo invece è troppo indaffarato per notarmi fra i tavoli… Decido di passare all’azione. «Avresti mica una penna?» Chiedo al collega e dopo che si è prodigato nel porgermi la sua preziosissima Mont Blanc, torna a parlare compiacendosi dei suoi racconti senza dar peso a cosa potessi fare della sua insostituibile e preziosissima penna. Appoggio le mie labbra su un tovagliolino di carta preso dal dispenser, baciandolo quasi, comunque tanto quanto basta per sentirmele pulite e per lasciare tracce di rossetto e di caffè… Faccio finta di dar credito al mio noioso collega mentre la sua ineguagliabile penna fra le mie mani sta scrivendo il mio numero di cellulare sulle tracce delle mie labbra. Pochi minuti dopo il tovagliolino finirà fra le mani del ragazzo, sotto la banconota con cui ho pagato senza voler il resto… Si è sorpreso per la mancia e mi ha regalato un sorriso che lo ha reso ancor più accattivante. «Aspetta di trovare il bigliettino…» dicevo fra me e me… Provo a seguirlo con lo sguardo mentre va alla cassa, lo perdo di vista… proprio grazie all’idiota che è con me e che si alza nel momento meno opportuno nascondendomelo alla vista… Chissà se l’ha visto… Vedremo… Mi sento come se avessi lanciato un messaggio in una bottiglia… Chissà… forse la bottiglia si infrangerà contro un duro scoglio di indifferenza, o forse verrà aperta da mani curiose e inesperte che magari potrebbero non comprenderne il contenuto o non avere sufficiente forza o coraggio per sfruttarne il messaggio…

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