Non sai quanto…

La mia mano scende a sistemare la mini, ma so bene che è una scusa per altro. Non ci mette molto a spostarsi di lato, sulla gamba del commensale alla mia destra. Confido sulla discrezione della lunga tovaglia mentre fingo di sistemarmi la gonna e sfioro lentamente la coscia di chi mi siede accanto. La ritraggo mentre bevo e rido come se nulla fosse. Non lo guardo ma immagino la sua faccia. Gli chiedo di passarmi un vassoio senza incrociarlo. Non mi interessa chi sia. È solo un mezzo per il mio piacere. La mano scende di nuovo mentre le mie gambe si aprono, celate dal buio del tavolo ma mi piace pensare che possano regalar piacere ad occhi indiscreti che mi troverebbero in una posa indecente. Mi sento bagnata… la mano sfiora la mia coscia prima di riposarsi sulla sua. Ma adesso mi spingo oltre salendo lentamente a cercar la sua eccitazione. Non ci metto molto a trovarla. La stringo voluttuosamente attraverso i suoi pantaloni che la trattengono a stento… mi mordo le labbra per un istante prima di tornare ad interloquire con gli altri come se niente fosse. La mano stringe ancora con estrema forza sentendo la sua pulsione, prima di ritrarmi di nuovo. Con la coda dell’occhio lo vedo girarsi verso di me, ma non lo guardo. Torno a ricompormi mollando la presa e facendo riaffiorare la mano in una apparente normalità… Ma non resisto molto… scendo di nuovo a stringere di nascosto la sua eccitazione. Lo sento durissimo pulsare attraverso i pantaloni tra le mie dita… Lo lascio di nuovo, per prendere una bottiglia d’acqua che nel frattempo ho chiesto alla sua ragazza di passarmi.

Ho il cuore che mi batte a mille. Lo ignoro per un po’… fin quando non sento la sua mano che mi sfiora titubante la mia coscia. Lo lascio fare… nella sua insicurezza sento che non sa se spingersi oltre né sa fin dove spingersi… Mentre la sua mano mi sfiora la gamba, parlo con la sua ragazza di qualche inutile banalità. Lo sento fermarsi non sapendo che fare, o, almeno, così immagino… Accavallo le gambe sfiorando la sua mano… La ritrae… Intanto rido riuscendo a dissimulare un’eccitazione che solo il mio perizoma intriso conosce veramente… Torno a ricompormi prima di alzarmi per andare in bagno. Mi abbasso il perizoma sfilandomelo dopo aver alzato la mini. Avrei una voglia matta di darmi piacere… ma allo stesso tempo mi eccita da morire l’idea di restare con quella voglia animalesca… Mi ricompongo ed esco dal bagno. Mi guardo nello specchio mentre mi lavo le mani e mi vedo quasi stravolta dalla voglia che mi brucia dentro… Cammino sui miei tacchi dodici per tornare con gli altri. Un giro di caffè prima che si spostino quasi tutti davanti alla console per una sfida che li appassiona più di quanto possa concepire… Restiamo a tavola in tre-quattro ragazze a parlar di ovvietà. Mi alzo e mi avvicino al rumoroso salotto da cui provengono grida, scherzi e imprecazioni. Lo vedo in piedi, dietro al divano in cui si stanno sfidando alla consolle altri 3. Mi affianco a lui. “Come va la sfida?”. Sorride senza rispondermi… Mi volto un attimo indietro per assicurarmi che non arrivi qualcuno e gli porto una mano sul sedere, stringendo le sue natiche. Si gira verso di me… ha un sussulto… mentre ritraggo la mano… non dice niente… un po’ imbarazzato… Intanto mi avvicino ancora di più e appoggio una mano sullo schienale del divano, proprio davanti a lui… muovo le dita per sfiorare la sua voglia… mentre mi sento colare tutta la mia eccitazione per la situazione folle che si è creata… Si scosta per un attimo per poi tornare a premere contro la mia mano… Mi mordo il labbro mentre il respiro si fa più intenso… Mi stacco dal divano… cammino lentamente… dosando ogni passo nel modo più sensuale possibile… esco sul terrazzino che gira attorno parte dell’appartamento… Respiro a fondo cercando di placare la folle eccitazione del momento… non riuscendoci… Non appena vedo un’ombra alle mie spalle ho un sussulto, non mi giro nemmeno e mi sposto dietro l’angolo sull’altro lato del terrazzo… Vedo l’ombra avvicinarsi… Non appena si gira si avventa su di me… spingendomi contro il muro… Dalla finestra poco più là le voci dalla casa… Mi stringo a lui avvolgendolo con le mie mani… torno a sentire le sue natiche… mentre le sue mani sulla testa mi spingono a inginocchiarmi…

Glielo tiro fuori, durissimo come l’avevo sentito attraverso i pantaloni… Lo stringo con una mano mentre apro la bocca… guardandolo negli occhi… ma… lo tengo a distanza… Lo sento spingere per arrivare alla mia bocca… ma riesco a tenerlo ancora a poca distanza dalle mie labbra aperte… mentre con lo sguardo gli faccio capire la mia voglia… Il mio volto lì, a bocca aperta, illuminato dal fioco lampione della strada quasi davanti il terrazzo… resto lì… a pochi centimetri dal suo desiderio… L’altra mia mano scende giù… ad alzarmi la mini mentre le gambe si divaricano… mi sfioro… non riesco a trattenere un gemito… Lo sento spingere verso le mie labbra… riesco ancora a tenerlo… mentre mi do piacere… Con un po’ di fatica riesco a sfilarmi il perizoma con una mano… e glielo passo sul glande… bagnandolo di me… Adesso sì… allento la presa e lascio che me lo spinga in bocca… cingendolo con le labbra color Dior. Lo lascio fare… mentre mi tiene la testa con entrambe le mani… non ci mette molto a inondarmi la bocca… mentre il suo ritmo si fa più lento… Sentiamo una voce sul terrazzino… dietro l’angolo… vorrebbe sfilarmelo… ma lo trattengo… in silenzio… Poi silenzio… Allento la presa delle mie labbra voraci… lo lascio sfilare pulendo con la lingua l’ultimo filo che mi legava alla sua eccitazione… si ricompone in un baleno e lo vedo girare l’angolo per rientrare in casa… Resto lì… ancora accovacciata… con la bocca piena di lui… che mi gusto lentamente tenendola ancora… Mi sistemo meglio, sedendomi sul pavimento del terrazzino… sento il fresco delle mattonelle sulle natiche nude… Le gambe si allargano… mentre le dita mi danno un piacere violento e atteso tutta la sera… Non riesco più a tenerla in bocca… e la faccio sparire dentro di me… a soddisfare la gola della follia di quella sera… Raccolgo il perizoma… non lo rimetterò… Mi alzo e vado in bagno cercando di evitare gli sguardi di chicchessia. Lo specchio riflette un’altra me, ancora più stravolta, ma appagata… sul viso ancora tracce di lui… le raccolgo con un dito gustandomele… Mi aggiusto la mini… appena in tempo prima che entri la sua ragazza… Mi abbasso a lavarmi il viso… “È caldo, eh?!” mi dice… “Già… non sai quanto…”

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