Sì. Ora sono una troia.

Sì. Ora sono davvero una puttana. Adesso hanno ragione quelle colleghe che non mi sopportano e che mi etichettano con i peggiori epiteti.  Non ho saputo resistere. Ho fra le mani un regalo inaspettato e, forse, immeritato. La scatola è volata via sul sedile posteriore della macchina, sbranata dalla frenesia e del desiderio di arrivare all’oggetto del desiderio, nonostante il resistente involucro del corriere si opponesse alla mia curiosità estrema. Il profumo di nuovo è inebriante al pari della raffinatezza ed eleganza del modello. Non ho mai avuto scarpe simili. Forse quelle di Mister X, tuttora sconosciuto, possono competere, ma queste le sento mie, nonostante non abbia fatto niente per meritarmele. La suola rossa è intrigante e sensuale anche solo a guardarla… Me le immagino ai miei piedi. Anzi no. Non ce la faccio ad immaginarmele e basta. Decido nel tempo di un semaforo. La macchina accostata quasi in seconda fila fregandomene degli insulti per la manovra improvvisa e improvvisata. Mi tolgo i sandali e le indosso. Subito. Non resisto. Sono semplicemente meravigliose e perfette, quasi come se me le fossi provate io, invece di riceverle da un «amico praticamente sconosciuto», che di per sé sembra una contraddizione in termini… Rosse come il fuoco che mi brucia dentro, ma un rosso particolarissimo, non il solito colore acceso, molto più particolare e unico. Le indosserò stasera, per l’inevitabile festa aziendale dell’estate. Le tengo ai piedi, sono già parte di me e, forse, lo sono sempre state. Mi eccita sentirle ai miei piedi e pensare che, in fondo, è come se ci fossero le mani e il desiderio di chi me le ha regalate. Arrivo a casa, trafelata. La scatola con il fiocco stropicciato dalla mia frenesia finisce sul tavolo del salotto. La borsa vola sul divano. Cerco uno specchio con una fretta che non mi appartiene. Mi osservo. Sono splendide. Proprio come me le vedevo in macchina. Il top vola via, la gonna scivola ai miei piedi rischiando di nascondere le Louboutin nuove fiammanti prima di finire sul tavolo con un rapido movimento dei piedi. Sono fradicia. Mi sento. Mi sento troia. Lo sono. So di esserlo. Specie quando mi sento addosso una voglia e un desiderio fuori dal comune. Non mi controllerò, stasera, lo so già. So che mi metterò in gioco, ma non ci posso fare niente. Mi lascio scivolare leggermente sul divano, le mie gambe si divaricano appena e mi ritrovo con le mie nuove scarpe rosse appoggiate sul tavolinetto lì davanti. Sento il desiderio di chi me l’ha regalate, sento il suo sguardo su di me, arrivare nei punti più caldi e reconditi del mio piacere. Sento le sue mani. E mi eccito ancora di più. Il piacere arriva violento e improvviso non appena le mie dita scendono sul nylon quasi inesistente del perizoma… nemmeno il tempo di sfilarlo… il mio corpo si contrae ripetutamente in un piacere devastante. Avrei voluto godermelo di più, ma era tanta e tale la voglia che è bastato sfiorarmi. Aspetto ad occhi chiusi che il respiro torni ad una normalità che so già non durerà molto… Un piacevolissimo attimo di tregua… prima di andare a prepararmi per la serata. So già che farò la troia. Lo sono.

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