Stasera ho esagerato nel look. Lo sapevo fin da quando mi sono vista allo specchio con addosso tutto quello che non ha fatto che aumentare il mio desiderio spropositato. Sì. Ho voglia. Molta. Ma le mie mani stasera resteranno ferme, loro malgrado, non basterebbero a soddisfarmi. Voglio uscire così, con addosso questa voglia quasi animalesca che mi sento dentro e che pervade ogni più piccolo anfratto del mio corpo, condizionandone ogni pur minimo movimento. Lo specchio, stasera, riflette insolitamente un’immagine interiore di me. Più che la mia figura fisica, vedo riflessa tutta la passione e il desiderio che segnano quotidianamente la mia vita interiore, la mia sensualità, il mio essere donna. Le mie nuove decollete tacco 15 mi accompagnano, col loro suono cadenzato, in bagno a truccarmi. Tiro indietro i capelli. Non lo faccio spesso. Stasera sì. Poco dopo vedrò le mie labbra tingersi di un glossy rosso fuoco che oltre a definirle perfettamente, ne sottolineerà i desideri più reconditi. La necessaria precisione dell’eye-liner mi spinge ad avvicinarmi al mobile del bagno. Il freddo marmo verde del ripiano va a toccare le mie cosce nude appena sotto la minigonna ridottissima e appena sopra la balza delle autoreggenti che ho lasciato in vista. Resisto quel poco che basta a marcare i miei occhi che già adesso stanno trasmettendo una voglia indicibile. Il tempo che le mie palpebre diventino un po’ più colorite, poi mi ritraggo guardandomi. C’è sempre un capello fuori posto. Torno a tirarmeli indietro di nuovo. Sollevando le braccia per aggiustarmi l’acconciatura sento il sottile tessuto della camicetta nera trasparente scorrere sul mio corpo, ne prendo i lembi e me li annodo in vita, lasciando scoperta quanto basta a sottolineare la ridotta dimensione della mini nera a pieghe. Mi aggiusto ancora la camicetta… sgancio un altro bottone… Poco prima del suono del campanello le mie dita entrano nel giro vita della mia minigonna, uscendone assieme ai sottili elastici del perizoma, ho scelto di tenerli fuori, ben in vista, come le autoreggenti. Il ritmo dei miei tacchi si fa serrato per andare ad aprire alla mia amica venuta a prendermi. L’apertura della porta va di pari passo con la sua sorpresa nel trovarmi con un look più audace del solito. Il tempo di mettermi sopra qualcosa che limiti l’impatto con il fresco serale di questo insolito inizio di Novembre e la porta chiude dietro di noi la settimana di stress appena trascorsa. Salgo sulla sua auto auspicando che mi traghetti verso vorticose ore di divertimento da farmi dimenticare la fatica e le amarezze post ferie. Sento distintamente il tessuto del sedile sulla pelle delle mie cosce e dei miei glutei. La minigonna nel sedersi si è alzata quel poco che basta da lasciare scoperta la mia anima più selvaggia. La musica che esce da una radio casuale fa da sottofondo al chiacchiericcio amichevole. Il tempo di ridere di gusto a qualche battuta sul mio spirito e sulle mie intenzioni e siamo già arrivate. Ho sottovalutato il fresco serale che mi arriva ovunque. Sento la pelle dei miei glutei, praticamente scoperti sotto la gonnellina estiva, reagire. Affretto il passo più per cercare di superare l’impatto autunnale che per arrivare prima. Entriamo nel pub accolte dalla musica che, improvvisa, ci viene incontro all’apertura della porta. ( continua… )