Il meme più significativo che ho letto oggi: “Pensa quanto siamo fortunate: abbiamo anche un giorno che ricorda che veniamo massacrate. Gli uomini non ce l’hanno. Per dire.” Non so chi lo abbia ideato ma vorrei abbracciarl* chiunque sia. Nel post precedente ho parlato della violenza non verbale, ma per capire e far capire quanto possa esser subdola e nascosta in frasi e situazioni apparentemente “normali” (per chi le dice)… elenco qui di seguito un repertorio di frasi celebri che mi sono state dette realmente e che andrebbero scolpite nell’anima di tutti coloro che oggi si tingono la faccia di rosso e scrivono vacue frasi sui social per poi tornar da domani a rinchiudersi nella propria comfort-zone di benpensante:
“Ciao, volevo sapere il tuo prezzo” – Mi è stato scritto pochi giorni fa via e-mail. Gli ho anche risposto ma non ho ancora avuto replica… Chissà perché… Non è tanto la frase in sé, quanto il fatto che denoti che per molti sia del tutto inconcepibile che una donna, libera (of course!), possa parlare di sesso, di femminilità e di sensualità a meno che non stia mettendosi in vendita, in cerca di denaro o per proprio tornaconto. Anche questa è violenza.
“Con quelle gambe così farai sicuramente carriera” – Detto da un collega che si è pure incazzato quando l’ho segnalato alle HR aziendali dopo averlo ribaltato con quattro parole messe bene. Perché è inconcepibile che una possa far carriera “solo” per le sue proprie capacità, ci dev’essere per forza un boost legato all’avvenenza. Anche questa frase è violenza.
“Certo che se ti vesti così i tuoi colleghi non lavorano più” – Detto da un ex-capoarea che evidenzia quanto nella mentalità retrograda e prettamente maschilista, il problema principale sia il lavoro degli altrui maschietti che non sanno metter a freno gli ormoni di fronte a una donna libera. Ne consegue che per far lavorar bene i colleghi maschi avrei dovuto reprimere il mio esser me stessa. Anche questa frase è violenza.
“Ok, allora stasera faremo l’intervista: vieni vestita così” – Detto da un giornalista che avrebbe voluto intervistarmi a margine di una manifestazione politica a cui partecipavo. Le mie idee o quello che pensavo o che avrei voluto dire non erano importanti. L’importante era che andassi in TV vestita con la minigonna e i tacchi dodici che indossavo quel giorno. E chi se ne frega di ciò che una pensa. L’importante è che si mostri… chissà… magari facendo salire l’audience di qualche punto solo per un paio di tacchi alti o di gambe accavallate… Ovviamente non ci sono andata. Anche questa frase è violenza.
“Stai benissimo vestita così. Non stare a far la fila, vieni da me che ti faccio passare” – Detto dalla security di una manifestazione politica. Nella mentalità di chi l’ha pronunciata magari voleva anche esser un complimento… pensate un po’ come siamo messi… Non sto a dire che la fila l’ho fatta per quasi un’ora. Anche questa frase è violenza.
“Con la tua avvenenza sei avvantaggiata nel rapporto con i clienti” – Questa frase l’ho riportata davanti a tutti alla convention aziendale annuale a cui mi hanno invitata a parlare. Qualcuno non ha gradito. Chi se ne fotte. Quando ho detto che avevo le peggiori percentuali aziendali a livello di performance ci sono stati tanti sorrisini ironici e compiacenti che si confanno agli stolti che non sanno guardare oltre al proprio naso. Quegli stessi sorrisini sono spariti quando subito dopo ho detto che ho le maggiori percentuali di mantenimento dei clienti acquisiti. Perché i clienti non guardano un paio di gambe. Guardano a come li curi, a come li segui e a come risolvi loro i problemi. Anche questa frase è violenza.
Così… vi regalo queste chicche… vedetele come piccole pillole su cui meditare… Usatele come un vademecum di buon senso per la vita di tutti i giorni…
Senza rancore
m.
ho anticipato un po’ il tuo post con la mia mail di ieri, ma ribadisco che il dover organizzare eventi con scarpe rosse sparse in piazza, invece che ai piedi di chi le farebbe scorrere tra i vicoli ricchi di storia di una bella città come la tua, è una contraddizione in termini..
L’anno prossimo il 25/11 facciamolo diventare il giorno degli uomini senza rispetto, non la giornata del ricordo per le donne vittime di violenza…
TVB